Riprendo
la notizia cosi come mi è pervenuta:
Ogni
anno Talenti Italiani offre un premio per le migliori idee su un
turismonuovo, eco-sostenibile, esperienziale, ma anche alla scoperta
delle bellezze dei piccoli borghi italiani, tra tradizioni popolari
ed enogastronomia.
tra
i vincitori di quest'anno vi è anche una ragazza sarda, Elena
Zuliani... con il suo progetto “energy landscape-il paesaggio
dell'energia” Si tratta di un pacchetto “ad alta consapevolezza
ambientale” sulle fonti energetiche del passato e del futuro.
La
cosa che mi ha lasciato particolarmente perplesso è che secondo il
mensile ecologiae la giovane si riferisce in particolare a due fonti
di energia: il carbone e il vento. Niente da dire sulla seconda, ma
sulla prima, sono rimasto un po' sorpreso, probabilmente la rivista
non da molto risalto all'impatto ambientale e lo considera solo come
attrattiva turistica. Il parco geominerario è una risorsa turistica
che andrebbe incentivato a dovere.
Per
quanto riguarda invece il carbone Sardo, sappiamo bene che nel
sottosuolo se ne stimano un miliardo di tonnellate con un contenuto
di energia equivalente a quella di oltre 400 milioni di tonnellate di
petrolio, ma è altrettanto vero che
le
caratteristiche merceologiche del carbone (più propriamente si deve
dire, della lignite) del Sulcis sono scadenti: i principali agenti
indesiderabili sono le ceneri (sostanze inorganiche non combustibili
che accompagnano sempre i carboni) la cui concentrazione nel caso del
Sulcis, è molto elevata (circa il 15 %); e lo zolfo, il cui
contenuto, nei carboni del Sulcis, varia dal 6 all'8 per cento.
Le
ceneri dopo la combustione restano come residui e pongono problemi di
smaltimento; lo zolfo si trasforma, nella combustione, in anidride
solforosa, un gas che è inquinante e contribuisce alle piogge acide.
Sapiamo
che volendo con il metodo della gassificazione si potrebbe rendere il
carbone innocuo ma questo triplicherebbe i costi, perché
aggiungerebbe all'estrazione il trattamento, con un ulteriore impatto
ambientale e non renderebbe conveniente l'energia prodotta che
arriverebbe a costare tantissimo. Senza contare alle emissioni di co2
che si disperderebbero nell'atmosfera.
Quindi
ritengo che per salvaguardare e tutelare la nostra terra, è bene che
il carbone della Sardegna rimanga li dov'è sempre stato.
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