Mentalità,
i problemi dovuti a questo modo di vivere potrebbero benissimo essere
equiparati a una grandinata improvvisa, con l'unica differenza che la
grandinata passa, la mentalità resta e continua a far danni. La
Sardegna, ma avrei potuto elencare qualsiasi altra regione del sud o
del nord, ha la sua mentalità ancorata a vecchie concezioni non
sempre eco sostenibili. Un caso evidente e molto contraddittorio è
quello degli sceriffi dell'isola, alcuni indipendentisti... che si
vantano di difendere la nostra isola dallo straniero, ma nessuno si
preoccupa di difenderla da loro, quando in barba a tutti scaricano
nelle campagne cumuli di inerti o nell'esempio più frequente, quando
si usa chiudere la tanca con la rete del letto, oppure la vecchia
batteria usata come parte del muretto a secco, potrei andare avanti
per ore perché di questi scempi ne ritroviamo ovunque. Certamente
non gli fa onore, non voglio entrare nelle questioni politiche, non è
il mio intento ne il luogo; ho parlato di loro perché tra tutti
parlano di difesa del suolo o del territorio ma naturalmente non sono
solo loro e non sono tutti così. Ma non è difficile scovare delle
vere e proprie discariche nelle campagna intorno ai paesi. Senza
contare su quei boschi che diventano alcove per coppiette, e che
oltre ad essere un parcheggio si riempiono di cumuli di plastiche,
fazzolettini, bottiglie di vetro, tappi di metallo e altre tante cose
che in un bosco non dovrebbero starci. La mentalità è quello che fa
credere che una casa costruita con le tecniche s/r venga giù al
primo soffio di vento. Mentre il cemento o meglio ancora la casa
fatta con blocchi di granito dia l'idea di solidità e potere. E
avere delle discussioni in cui la gente ti prende per scemo quando
parli del legno come soluzione ottimale per la costruzione di una
casa non è il massimo. È questa la situazione dove siamo immersi,
la nostra terra dove inizieremo a misurarci con quella realtà fatta
di luoghi comuni. Le soluzioni sono due quella del missionario oppure
quella dell'evidenza. La prima è sconsigliabile. Andare a
indottrinare con le nostre concezioni ambientali, ci fa onore, ma in
compenso ci fa perdere tantissimo tempo e quanto si tratta di lavoro,
perderci giorni interi per convincere tziu Tottoni che con il
cappotto in sa dommo si spende di meno ci da il titolo di eroe ma da
molti meno risultati. La seconda è quella dell'esempio o
dell'evidenza. Evitare le situazioni complicate e andare a proporre
le nostre soluzioni dove la gente ha già il sentore del risparmio.
State tranquilli il vostro lavoro fatto arriverà prima di voi anche
alle orecchie di tziu Tottoni che sulla sua apixedda sta in campagna.
Sarà lui a cercarvi un domani. I problemi di mentalità certo
rimangono, e in qualche modo è compito nostro sensibilizzare
l'opinione pubblica più che il singolo cittadino. Andando nei comuni
e parlare di agende 21 e di cosa può fare il comune per ridurre gli
impatti ambientali nel suo territorio. Noi non siamo eroi o
missionari sia ben chiaro... Ma abbiamo gli strumenti per poter
parlare con chi ha le responsabilità e dovrebbe fare il suo lavoro
all'interno delle varie amministrazioni dell'isola. Per cui non
scoraggiamoci e aspettiamo la fine del nostro corso per poter
iniziare la nostra vera
l'Avena Selvatica
domenica 18 marzo 2012
considerazioni su turismo e carbone
Riprendo
la notizia cosi come mi è pervenuta:
Ogni
anno Talenti Italiani offre un premio per le migliori idee su un
turismonuovo, eco-sostenibile, esperienziale, ma anche alla scoperta
delle bellezze dei piccoli borghi italiani, tra tradizioni popolari
ed enogastronomia.
tra
i vincitori di quest'anno vi è anche una ragazza sarda, Elena
Zuliani... con il suo progetto “energy landscape-il paesaggio
dell'energia” Si tratta di un pacchetto “ad alta consapevolezza
ambientale” sulle fonti energetiche del passato e del futuro.
La
cosa che mi ha lasciato particolarmente perplesso è che secondo il
mensile ecologiae la giovane si riferisce in particolare a due fonti
di energia: il carbone e il vento. Niente da dire sulla seconda, ma
sulla prima, sono rimasto un po' sorpreso, probabilmente la rivista
non da molto risalto all'impatto ambientale e lo considera solo come
attrattiva turistica. Il parco geominerario è una risorsa turistica
che andrebbe incentivato a dovere.
Per
quanto riguarda invece il carbone Sardo, sappiamo bene che nel
sottosuolo se ne stimano un miliardo di tonnellate con un contenuto
di energia equivalente a quella di oltre 400 milioni di tonnellate di
petrolio, ma è altrettanto vero che
le
caratteristiche merceologiche del carbone (più propriamente si deve
dire, della lignite) del Sulcis sono scadenti: i principali agenti
indesiderabili sono le ceneri (sostanze inorganiche non combustibili
che accompagnano sempre i carboni) la cui concentrazione nel caso del
Sulcis, è molto elevata (circa il 15 %); e lo zolfo, il cui
contenuto, nei carboni del Sulcis, varia dal 6 all'8 per cento.
Le
ceneri dopo la combustione restano come residui e pongono problemi di
smaltimento; lo zolfo si trasforma, nella combustione, in anidride
solforosa, un gas che è inquinante e contribuisce alle piogge acide.
Sapiamo
che volendo con il metodo della gassificazione si potrebbe rendere il
carbone innocuo ma questo triplicherebbe i costi, perché
aggiungerebbe all'estrazione il trattamento, con un ulteriore impatto
ambientale e non renderebbe conveniente l'energia prodotta che
arriverebbe a costare tantissimo. Senza contare alle emissioni di co2
che si disperderebbero nell'atmosfera.
Quindi
ritengo che per salvaguardare e tutelare la nostra terra, è bene che
il carbone della Sardegna rimanga li dov'è sempre stato.
La Consapevolezza: da Green Future a Impatto Zero
Con
il termine consapevolezza si possono esprimere tante cose, dare un
idea concreta di quanto ci accade intorno, avere una visione
d'insieme di quanto sta succedendo nel mondo e sopratutto avere ben
chiaro cosa si potrebbe fare per evitare che ogni cosa ci sfugga di
mano. Ci piacerebbe certo che ogni persona su questo pianeta la
pensasse cosi, ci sarebbe sicuramente un mondo migliore, e per un
certo verso non si dovrebbe combattere con il problema fondamentale
del genere umano che ogni giorno fa più vittime di un terremoto: la
stupidità. La cosa triste invece, è che ognuno a modo suo è
inconsapevole di quanto accade attorno a se, e non ultimo, le scelte
stupide sono quelle che convengono maggiormente e come risultato, da
un problema se ne generano due, incrementando quelle che sono le
criticità ambientali. Per questo motivo abbiamo deciso di costruire
una sorta di lume mentale che dia informazioni, che illumini le
persone che vagano senza idea di quanto stia accadendo all'ambiente
attorno a loro. Siamo l'evidenziatore della natura. Come un buon
libro mettiamo in risalto i passi salienti, le citazioni argute,
quelle parole che possono dare spessore alla mente inconsapevole.
Questo è l'intento del nostro piccolo Blog “impatto zero”, un
progetto che nasce con l'intento di diffondere e orientare le scelte
del lettore, avendo a disposizione la professionalità di futuri
consulenti verdi, che per ora potenzialmente nelle rispettive sedi di
Cagliari e Nuoro, con tante difficoltà stanno cercando di apprendere
il più possibile per porsi finalmente a difesa della natura. Come un
cantiere in costruzione, ogni giorno apportiamo dei piccoli
cambiamenti, effettuiamo scelte e affrontiamo quindi anche un
cambiamento in noi stessi. Non sapremo mai se riusciremo mai a curare
la stupidità umana, che per sua natura, cercherà di ottemperare ai
suoi precetti guida: non pensare a cosa si sta facendo, abbattere e
convertire foreste in deserti solo per far guadagnare due o tre
persone. Sperperare una notevole mole di energia per riscaldare la
casa di Barbie. Inquinare fiumi, mari, laghi per vedere l'effetto
fosforescente quando diventa notte. Estinguere le specie che non ci
sono simpatiche. Spingere al consumismo di massa per comprare la
maglietta: io rispetto la natura. Questi sono solo degli esempi
satirici, ma non crediate che la realtà sia molto differente da
quello che effettivamente sta accadendo. Anzi gli esempi che mette a
disposizione la realtà lasciano una certa amarezza: il Brasile sta
per compiere uno dei delitti ambientali che sicuramente finirà in
sordina, come al solito, per dar risalto all'ennesimo cantante di
amici che il prossimo anno vincerà Sanremo. Di fatto stanno per
inondare 500 km quadri di foresta pluviale per la costruzione della
terza centrale idroelettrica più grande del mondo. Che dire di tutto
questo, effettivamente il mondo ha bisogno di energia, ma la
soluzione è quella di dover abbattere spudoratamente l'ecosistema in
cui si vive? Ne io, ne voi la pensiamo cosi in questo modo. Ma queste
sono scelte che ci fanno credere: inevitabili, perché la gente non
sa effettivamente quali rischi si corrono, non gli da valore e
ragiona cinicamente pensando all'oggi, prende decisioni di “pancia”
come si direbbe in gergo. A quel punto ci rendiamo conto di quanto
sia indispensabile la consapevolezza. Apportare i cambiamenti oggi
per poter vedere un domani migliore. Noi, non sapiamo se la nostra
strada intrapresa servirà mai a combattere anche l'inquinamento
culturale oltre quello ambientale. Ma sappiamo che ci metteremo
l'anima per poter cambiare anche un solo metro quadro di questa
nostra realtà.
Azero Tour: il nostro primo Convegno.
Venti,
venti, venti... non si tratta dell'ultima occasione dei saldi agli
sgoccioli. Ne di un presunto meteorologo che annuncia l'arrivo del
maestrale. È semplicemente lo slogan con cui si apre il tour
nazionale di Azero, promosso dalla rivista omonima dell'edicom
edizioni. Che ha fatto "sua" la direttiva del dicembre 2008
dell'unione europea, il pacchetto
clima-energia, conosciuto anche come strategia 20-20-20 in cui
si richiede agli stati membri, l'impegno per ridurre le emissioni di
gas serra del 20%, la riduzione del consumo di energia del 20% e la
copertura del 20% nell'impiego energetico totale attraverso fonti
rinnovabili.
Con
un po' di ritardo dovuto all'assenza di un rappresentante dell'ordine
degli architetti, promotori dell'evento a Nuoro, si è dato così il
benvenuto al convegno incentrato prevalentemente sulla “bioedilizia”.
Costruire edifici a energia quasi a zero era la parafrasi con cui gli
organizzatori presentavano le novità. Il traguardo del primo gennaio
2020, come precisa una direttiva comunitaria, (non ancora recepita
pienamente in Italia) è quello dove si arriverà a costruire
prevalentemente con questo metodo. Quindi l'intento era educare e
informare i professionisti di un eventuale futuro non molto lontano.
Al microfono si sono intervallati gli esperti in materia, tra cui
l'ingegner Desogus dell'università di architettura di Cagliari.
Riassumendo in breve, hanno esposto le metodologie di come risanare
le criticità di un edificio malato: “Le figure professionali
che devono assolvere questo compito, sono in primis gli architetti e
ingegneri, le aziende fornitrici di materiali Bioedili e non ultimo,
ma non meno importanti, gli esperti del risparmio energetico”.
Come ultima ruota del carro, ci siamo sentiti finalmente attribuire
un ruolo, un qualcosa che anche il rappresentante della Sika, un
azienda del settore, ha ribadito nei suoi ricordi
Statunitensi: “seduti in un angolo in fondo, vi erano
sempre i consulenti del risparmio energetico”. Il resto della
mattinata è passato con l'analisi di strutture dove sono stati fatti
degli interventi di Bioclimatica e Bioedilizia, integrati con energie
rinnovabili. Dovrò essere sincero a riguardo, benché l'efficienza
di queste case sia innegabile, l'estetica lascia molto a desiderare.
Sperando vivamente che si arrivi a concepire l'efficienza in un
quadro più armonico, la nostra esperienza a questo convegno come
“quasi professionisti” è stata molto positiva. Al rientro in
classe il nostro super docente: Marco Sarria, ha analizzato con noi
le parti utili e inutili, approfondendo molto le lacune dei vari
interventi del tour. Ci siamo sentiti molto sollevati, quando
evidenziando gli argomenti proposti, trovavamo soluzioni a
problematiche che loro avevano trascurato in funzione dei patner
commerciali. Avere una visione libera e a trecentosessanta gradi, ci
ha tirato su il morale. La fuori nel mercato c'è di tutto. Ognuno è
pronto a imporre i suoi prodotti come migliori. Ma attenzione, un
giorno quando avremo finalmente una visione d'insieme in questo mondo
di squali, saremo pronti a pescare anche noi, forti della conoscenza
ricevuta nel nostro utilissimo corso.
La cicala e la formica. ovvero come riuscire da cicala a vincere la partita
La
notizia che non ti aspetti alla fine è arrivata, quando si parla
dell'Italia si è abituati a guardare per prima il fondo della
classifica, come se si desse per scontato che il nostro bel paese,
dovesse in qualche modo caratterizzarsi per le disattese, per la
negligenza, per le brutte figure che in qualche modo facciamo in
Europa, con annessa barzelletta e risate. Invece, rullo di tamburi...
siamo secondi dietro la Germania per l'uso dell'energia solare.
Infatti secondo le stime del kioto club, il 25% dei consumi domestici
nel nostro paese è coperto dall'energia solare. C'è da dirlo però,
i nostri amici dell'ottober fest ci surclassano in questo campo. Se
la favola della formica e della cicala fosse vera, noi saremo
sicuramente la cicala, non possiamo cambiare l'ottica delle cose.
Siamo molto più energivori e spreconi, ma è proprio nell'ottica
delle bollette che spesso riportano tanti zeri la nostra virtù, non
per un interesse dell'impatto ambientale ma sopratutto per un
interesse del portafogli. L'involucro della casa per la maggior parte
delle volte in italia non gode di una stima immediata. Il cappotto
adesso che sono finiti i saldi e l'inverno rimane nell'armadio. Ma
non disperiamo, abbiamo fatto 25, facciamo 26 ricordando un detto di
casa nostra. Saremo un popolo di pizza mandolino santi navigatori e
vucumprà. Ma c'è da dirlo, quando si tratta di risparmio e di
soldi, non siamo secondi a nessuno. Basta solo farlo capire alla
gente.
martedì 20 novembre 2007
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